Impronta digitale
L’impronta digitale, in odontoiatria, è come fare una “copia” precisa dei tuoi denti e delle tue gengive, ma invece di usare la vecchia pasta fastidiosa, si usa uno scanner digitale. Pensa a una specie di piccola “fotocamera” tridimensionale che il dentista passa sopra i tuoi denti.
Ecco come funziona in modo semplice:
- Scansione: Il dentista introduce nella tua bocca la punta dello scanner digitale e la muove delicatamente sopra la superficie dei tuoi denti e delle gengive. Lo scanner proietta una luce (di solito laser o strutturata) e cattura migliaia di immagini al secondo.
- Creazione del modello 3D: Mentre lo scanner si muove, un software sul computer elabora tutte queste immagini e le unisce, creando in tempo reale un modello tridimensionale virtuale dei tuoi denti e delle tue gengive sullo schermo. È come vedere la tua bocca apparire in 3D sul computer mentre viene scansionata.
- Verifica e rifinitura: Si controlla il modello 3D sullo schermo per assicurarsi che sia completo e preciso. Se ci sono delle zone mancanti o poco chiare, si può ripetere la scansione in quelle aree.
- Invio al laboratorio: Una volta che il modello digitale è perfetto, viene inviato elettronicamente al laboratorio odontotecnico. Lì, i tecnici useranno questo modello per progettare e realizzare protesi (corone, ponti, intarsi), apparecchi ortodontici o dime chirurgiche con grande precisione.
Quali sono i vantaggi dell’impronta digitale rispetto a quella tradizionale con la pasta?
- Più comfort per il paziente: Niente più sensazione sgradevole della pasta in bocca, niente attesa che si solidifichi e, soprattutto, niente conati di vomito per chi soffre di questo problema.
- Maggiore precisione: Gli scanner digitali catturano i dettagli con molta più accuratezza rispetto alle impronte tradizionali, riducendo il rischio di errori e garantendo un migliore adattamento delle protesi.
- Tempi più rapidi: La scansione è veloce e il modello digitale è disponibile immediatamente, eliminando i tempi di attesa per la solidificazione della pasta e la spedizione al laboratorio.
- Meno rifacimenti: La maggiore precisione si traduce in meno necessità di rifare le protesi perché non si adattano bene, risparmiando tempo e denaro.
- Archiviazione digitale: Il modello digitale può essere archiviato facilmente sul computer e recuperato in qualsiasi momento, senza il bisogno di conservare ingombranti modelli in gesso.
- Comunicazione migliorata: Il modello 3D può essere visualizzato immediatamente dal paziente e condiviso facilmente con altri specialisti per una migliore pianificazione del trattamento.
- Flusso di lavoro più efficiente: L’intero processo, dalla presa dell’impronta alla realizzazione della protesi, diventa più rapido e efficiente grazie alla tecnologia digitale.
In sintesi, l’impronta digitale rende la presa delle impronte dentali più comoda, veloce, precisa e efficiente, portando a risultati migliori per te. È come passare da una vecchia fotocamera analogica a una digitale ad alta risoluzione
Implantologia digitale
L’implantologia digitale è mettere un impianto dentale, ma con l’aiuto di un computer. Invece di fare tutto “a mano”, il dentista usa delle tecnologie digitali per pianificare e realizzare l’intervento in modo più preciso e meno invasivo.
Ecco i passaggi principali in modo semplice:
- Scansione 3D della bocca: Invece delle vecchie impronte con la pasta, si usa uno scanner che crea un modello digitale tridimensionale dei tuoi denti e delle tue gengive. Pensa a una specie di “fotocamera” che gira dentro la tua bocca.
- TAC Cone Beam: Si fa una radiografia speciale, una specie di TAC a bassa dose, che dà al dentista una visione dettagliata dell’osso della tua mascella o mandibola, in 3D. È come avere una mappa precisa dell’osso dove andrà messo l’impianto.
- Pianificazione virtuale: Il dentista usa un software speciale sul computer per “provare” virtualmente dove mettere l’impianto. Può vedere l’osso, i denti vicini, i nervi e decidere la posizione, l’inclinazione e la dimensione ideale dell’impianto, tutto sullo schermo. È come fare una prova generale prima dell’intervento vero e proprio.
Quali sono i vantaggi di tutto questo “digitale”?
- Più precisione: Il computer aiuta a posizionare l’impianto nel modo migliore possibile, sfruttando al massimo l’osso disponibile ed evitando strutture importanti come i nervi.
- Meno invasivo: Spesso si possono evitare grandi tagli nella gengiva, il che significa meno dolore, meno gonfiore e una guarigione più veloce.
- Tempi più rapidi: L’intervento può essere più veloce perché tutto è stato pianificato in anticipo. A volte è anche possibile avere un dente provvisorio subito dopo l’impianto (carico immediato).
- Risultati più prevedibili: Sapendo esattamente dove andrà l’impianto, è più facile ottenere un risultato estetico e funzionale ottimale per il tuo nuovo dente.
In sostanza, l’implantologia digitale rende l’inserimento degli impianti dentali più sicuro, preciso, confortevole e con risultati più prevedibili grazie all’uso della tecnologia. Spero che questa spiegazione semplice ti sia stata utile! Se hai altre domande, non esitare a chiedere.
Implantologia guidata
L’implantologia guidata è una tecnica avanzata per inserire impianti dentali in modo più preciso e sicuro rispetto alla chirurgia tradizionale “a mano libera”. Pensa a un navigatore satellitare per il tuo dentista!
Ecco come funziona in modo semplice:
- Diagnosi accurata: Si parte da una TAC Cone Beam, una radiografia 3D che mostra al dentista una visione dettagliata dell’osso della tua mascella o mandibola. È come avere una mappa tridimensionale del sito dove andrà l’impianto.
- Pianificazione virtuale: Usando un software speciale sul computer, il dentista “prova” virtualmente diverse posizioni per l’impianto. Può vedere l’osso disponibile, i denti vicini, i nervi e decidere la posizione, l’inclinazione e la dimensione ideale dell’impianto, tutto sullo schermo. È come fare una simulazione al computer prima di costruire qualcosa.
- Creazione della guida chirurgica (dima): Una volta scelta la posizione perfetta, il computer crea un modello 3D di una mascherina (la dima chirurgica) che viene stampata. Questa mascherina ha dei fori che corrispondono esattamente alla posizione pianificata per l’impianto. Pensa a uno stampo preciso che indica dove lavorare.
- Intervento chirurgico guidato: Durante l’intervento, si appoggia questa mascherina sui tuoi denti. I fori sulla mascherina guidano gli strumenti chirurgici, permettendo di inserire l’impianto esattamente nella posizione pianificata al computer. Spesso, questo significa un intervento meno invasivo, con tagli più piccoli o addirittura assenti (chirurgia “flapless”). È come seguire delle istruzioni precise per montare un mobile, assicurandosi che ogni pezzo vada al suo posto.
Quali sono i vantaggi di questa tecnica “guidata”?
- Maggiore precisione: Il computer aiuta a posizionare l’impianto nel punto ottimale, sfruttando al meglio l’osso disponibile ed evitando strutture anatomiche importanti come i nervi e i vasi sanguigni.
- Minore invasività: Spesso si possono evitare grandi incisioni nella gengiva, il che si traduce in meno dolore, meno gonfiore e una guarigione più rapida. A volte non sono necessari nemmeno i punti di sutura.
- Tempi chirurgici ridotti: L’intervento può essere più veloce perché tutto è stato pianificato in anticipo e il dentista ha una guida precisa da seguire.
- Risultati più prevedibili: Sapendo esattamente dove andrà l’impianto, è più facile ottenere un risultato estetico e funzionale migliore per il tuo nuovo dente. La protesi si adatterà meglio e la masticazione sarà più efficace.
- Sicurezza aumentata: La pianificazione virtuale permette di valutare attentamente il caso e ridurre al minimo i rischi durante l’intervento.
- Possibilità di carico immediato: In alcuni casi, grazie alla precisione della pianificazione, è possibile posizionare un dente provvisorio subito dopo l’inserimento dell’impianto, riducendo i tempi di attesa.
In sintesi, l’implantologia guidata usa la tecnologia per rendere l’inserimento degli impianti dentali più sicuro, preciso, meno invasivo e con risultati più prevedibili per te. È come avere un “pilota automatico”
Polisonnigrafo per la diagnosi delle apnee notturne


Ecco i principali motivi per cui si utilizza il polisonnigrafo:
- Diagnosi dei disturbi respiratori del sonno: È lo strumento principale per diagnosticare la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), la sindrome delle apnee centrali del sonno e la sindrome da resistenza delle alte vie aeree (UARS). Il polisonnigrafo registra i movimenti del torace (per valutare lo sforzo respiratorio), la saturazione dell’ossigeno nel sangue e il russamento, permettendo di identificare episodi di apnea (interruzione del respiro) e ipopnea (riduzione del flusso respiratorio).
- Valutazione della qualità del sonno: Il polisonnigrafo registra le diverse fasi del sonno (sonno leggero, sonno profondo, sonno REM) e i micro-risvegli, fornendo un quadro completo dell’architettura del sonno e della sua qualità.
- Monitoraggio dell’efficacia dei trattamenti: Può essere utilizzato per valutare l’efficacia di terapie come la CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) e/o il MAD (dispositivo di avanzamento mandibolare) per l’apnea notturna
Cosa registra il polisonnigrafo?
Durante un esame polisonnografico vengono monitorati e registrati diversi parametri fisiologici, tra cui:
- Frequenza cardiaca e Saturazione dell’ossigeno nel sangue (SpO2): Tramite un sensore (pulsossimetro) posto su un dito della mano
- Attivazione del sistema simpatico: Tonometria arteriosa periferica
- Movimenti toracici: con sensore di posizione
- Russamento: Tramite un microfono posizionato vicino al collo.
- Posizione corporea: Tramite un sensore di posizione.
- monitoraggio e registrazione dei livelli di attività fisica e i cicli sonno-veglia: mediante un actigrafo
L’actigrafo è un piccolo dispositivo medico indossabile, simile a un orologio da polso,
Come funziona un actigrafo?
L’actigrafo contiene un accelerometro, un sensore in grado di rilevare e misurare l’accelerazione e i movimenti del corpo. I dati di movimento vengono registrati continuamente e memorizzati nel dispositivo. Successivamente, i dati vengono scaricati su un computer e analizzati tramite un software specifico.
Il software utilizza algoritmi per distinguere i periodi di attività (caratterizzati da elevati livelli di movimento) dai periodi di riposo o sonno (caratterizzati da bassi livelli di movimento o immobilità). Sulla base di questi dati, il software può stimare diversi parametri relativi al sonno, come:
- Orario di addormentamento (Sleep Onset).
- Orario di risveglio (Sleep Offset).
- Durata totale del sonno (Total Sleep Time).
- Efficienza del sonno (Sleep Efficiency): La percentuale di tempo trascorso dormendo rispetto al tempo totale trascorso a letto.
- Numero di risvegli notturni.
- Durata dei risvegli notturni.
- Frammentazione del sonno: La frequenza e la durata delle interruzioni del sonno.
L’analisi di tutti questi parametri combinati permette la formulazione di una diagnosi precisa e di definire il trattamento più appropriato per migliorare la qualità del sonno e la salute generale del paziente.
Holter elettromiografico per la diagnosi di bruxismo

Questo è l’esame più importante per capire se una persona soffre di bruxismo.
Si usa un piccolo apparecchio che si mette davanti all’orecchio sinistro. Questo apparecchio ha due piccoli sensori (elettrodi) che registrano l’attività del muscolo massetere, uno dei muscoli che usiamo per muovere la bocca.
La registrazione dura 24 ore. Poi, con un programma speciale sul computer, si analizzano i dati registrati. Questo programma ci dice diverse cose su come ha lavorato il muscolo:
- Per quanto tempo ha lavorato in totale.
- Per quanto tempo ha “bruxato” (cioè ha stretto o digrignato i denti).
- Con quanta forza ha lavorato in totale.
- Con quanta forza ha “bruxato”.
Tutti questi dati vengono confrontati con dei valori normali.
Grazie a questo esame, possiamo sapere:
- Se la persona soffre di bruxismo.
- Quanto è forte il suo bruxismo.
- Quando bruxa, se di giorno, di notte, o se è collegato a momenti di stress.
- Come bruxa, se stringe i denti (serramento) o li sfrega (digrignamento), con o senza che i denti si tocchino.
In conclusione, questo strumento è molto utile per capire se c’è il bruxismo. È ancora più utile se si fa insieme all’esame del sonno (polisonnografia), perché spesso il bruxismo è collegato al problema delle apnee notturne (quando si smette di respirare per brevi momenti durante il sonno).