Impronta digitale
L’impronta digitale in odontoiatria si riferisce a una registrazione tridimensionale digitale della bocca del paziente, ottenuta tramite uno scanner intraorale. Invece di utilizzare i tradizionali materiali da impronta (come alginato o silicone) inseriti in un portaimpronta, un dispositivo portatile emette una fonte di luce (laser o luce strutturata) e cattura una serie di immagini o video della superficie dei denti e dei tessuti molli. Queste immagini vengono poi elaborate da un software per creare un modello virtuale 3D accurato dell’arcata dentaria, delle gengive e dell’occlusione del paziente.
Implantologia digitale
L’implantologia digitale rappresenta l’evoluzione moderna dell’implantologia tradizionale, integrando tecnologie digitali avanzate in ogni fase del processo, dalla pianificazione all’esecuzione chirurgica e alla realizzazione della protesi. L’obiettivo principale è aumentare la precisione, la prevedibilità, l’efficienza e il comfort per il paziente.
Invece di affidarsi principalmente a valutazioni cliniche e radiografie bidimensionali, l’implantologia digitale sfrutta dati tridimensionali e software sofisticati per una pianificazione virtuale dettagliata e un’esecuzione chirurgica più guidata e precisa.
Implantologia guidata
L’implantologia guidata è una tecnica avanzata nell’ambito dell’implantologia che sfrutta le tecnologie digitali per pianificare e realizzare l’inserimento degli impianti dentali con maggiore precisione, sicurezza e prevedibilità rispetto alle tecniche tradizionali “a mano libera”.
In sostanza, l’implantologia guidata è una parte fondamentale dell’implantologia digitale, rappresentando la fase chirurgica in cui la pianificazione virtuale viene trasferita con accuratezza nella bocca del paziente.
Polisonnografia per la diagnosi delle apnee notturne
Il polisonnigrafo è uno strumento diagnostico fondamentale utilizzato per registrare diverse funzioni fisiologiche del corpo durante il sonno. L’obiettivo principale del suo utilizzo è identificare e diagnosticare i disturbi del sonno, fornendo ai medici informazioni dettagliate sulla qualità del sonno del paziente e sulle eventuali anomalie che si verificano durante la notte.
Holter elettromiografico per la diagnosi del bruxismo
Per la diagnosi del bruxismo l’esame strumentale per eccellenza è l’esame elettromiografico del muscolo mascellare protratto per 24 ore. Questo esame permette infatti di rispondere a quattro domande fondamentali: Se, come, quando e quanto si bruxa.