Sindrome delle apnee ostruttive del sonno

E’ una patologia molto frequente provocata da una ostruzione, durante il sonno, delle vie aeree superiori.

E’ frequentemente associata a patologie sistemiche quali l’ipertensione arteriosa soprattutto quella farmaco-resistente, malattia coronarica, scompenso cardiaco, ictus, diabete mellito tipo II, broncopneumopatia cronica ostruttiva.

Quando sospettare la presenza di OSAS?

(vedi anche i volantini editi dall’ Andi ai seguenti link sia per i  bambini  che per gli  adulti):

Sintomi notturni:

  • Russamento abituale.
  • Russamento con pause respiratorie.
  • Apnee riferite.
  • Risvegli con senso di soffocamento.
  • Nicturia
  • Sudorazione notturna.
  • Insonnia.

Sintomi diurni:

  • Eccesso di sonnolenza ( questionario di Epworth).
  • Cefalea al risveglio, fatica, disturbi dell’umore.
  • Disturbi neuro cognitivi (deficit di memoria, deficit di attenzione, deficit di apprendimento e riduzione dell’abilità nell’esecuzione di attività manuali).
  • Disfunzioni sessuali.

Il questionario  STOP-BANG da delle indicazioni che permettono di sospettare la presenza della sindrome delle apnee ostruttive del sonno.

Diagnosi.

La polisonnografia è l’esame principale per valutare la presenza della sindrome e la sua gravità.


Con questo esame si valutano l’indice di apnee e ipopnee per ora di sonno, la saturazione di ossigeno del sangue, la frequenza cardiaca, il grado di russamento, la posizione del corpo (per valutare se sono apnee posizionali), stadi
del sonno (sonno leggero, profondo, fase REM).

Casi gravi possono richiedere visite polispecialistiche da parte di: neurologo, pneumologo, otorinolaringoiatra, l’odontoiatra ed il chirurgo maxillo faciale.

OSAS lieve fra 5 e 15 apnee per ora.

OSAS medio fra 15 e le 30 apnee per ora

OSAS grave sopra le 30 apnee per ora.

Altri esami:

Rinoscopia, orofaringoscopia, fibroscopia, sleep endoscopy.

Terapia:

1. CPAP (Continuous Positive Airway Pressure).

E’ la terapia di elezione di questa sindrome.

Si tratta di un apparecchio che eroga una pressione positiva continua sulle vie aeree determinandone una dilatazione e quindi impedisce di fatto un collasso dei tessuti molli impedendo che si verifichi l’apnea.

Il problema di questa soluzione è la bassa capacità di adattamento della persona al dispositivo tanto che frequentemente viene tolta durante la notte. I macchinari più recenti sono più tollerati, per quanto risultino tutt’ora ingombranti.


2. Terapia odontoiatrica

La terapia odontoiatrica anche se ha una capacità inferiore rispetto alla cpap nel prevenire i fenomeni di apnea/ipopnea viene utilizzata sempre più di frequente perché maggiormente tollerata dai pazienti.

I risultati clinici sono infatti sovrapponibili.

Inizialmente veniva consigliato solo per le forme di lieve e media gravità mentre le ultime linee guida la consigliano anche per le forme più gravi.

Il dispositivo può essere applicato anche in soggetti edentuli (senza denti) che abbiano una protesi totale superiore stabile ed una inferiore agganciata ad almeno due impianti.

E’ sconsigliato l’uso in persone con parodontite in fase attiva. Controindicazione relativa è la presenza di disturbi alla articolazione temporomandibolare.

Utilizzare dei dispositivi registrabili aiuta a il paziente ad abituarsi al dispositivo arrivando al giusto avanzamento mandibolare con gradualità.

Bisogna ricordare che i rischi causati da una mancata terapia dell’OSAS sono molto gravi.

Viene utilizzato con notevole efficacia anche come dispositivo anti russamento.

Nel Filmato la causa più frequente dell’apnea: con il rilassamento muscolare provocato dal sonno si verifica l’ostruzione da parte della lingua delle vie aeree

3Terapia posizionale

Esistono apnee ‘posizionali’, in questo caso è importante che il paziente affetto da OSAS dorma in posizione prona e non supina per impedire che la lingua agevolata dalla forza di gravità venga spinta contro la faringe occludendola.

Esistono in commercio dei dispositivi elettronici che si attivano vibrando quando si è in posizione supina. Spingendo il paziente a rimanere sdraiato sulla pancia.

Un modo più casalingo potrebbe essere cucire delle tasche sulla schiena del pigiama ed inserirci due palle da tennis. Oppure utilizzare una fascia che abbia queste tasche come nella foto sotto.

4. Terapia dietetica

L’obesità è un grosso fattore di rischio per questa patologia. Anche se in genere non è sufficiente dimagrire per risolvere il problema è un aiuto importante per le altre terapie.

5. Terapia otorinolaringoiatra:

Si occupa essenzialmente di ridurre il volume dei tessuti molli sia a livello nasale rimuovendo eventuali polipi, raddrizzando il setto nasale ecc.

Questi non sono interventi risolutivi ma aiutano al transito dell’aria riducendo la pressione negativa delle vie aeree che fa collassare i tessuti.

A livello della faringe c’è eventualmente l’asportazione delle adenoidi, delle tonsille.

L’intervento di elezione è la Faringoplastica Espansiva Funzionale (FEP) il cui scopo è ampliare il lume faringeo dando una maggiore stabilità alle pareti mucose Quando c’è l’indicazione questo è un intervento risolutivo.

6. Terapia maxillo faciale.

Questa è una terapia risolutiva e permanente della sindrome perché dilata le pareti ossee dove sono contenute le vie aeree dando alle stesse più spazio e quindi riduce le resistenze al flusso di aria inspirato.

Purtroppo si può fare solo su alcuni pazienti giovani attentamente selezionati perché è un intervento molto impegnativo che prevede l’allungamento della mandibola mediante resezione bilaterale della stessa con un contemporaneo spostamento in avanti della mascella che viene distaccata dalla base cranica e spostata più avanti per allargare la rinofaringe.


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